O.R.B.S. "Acquatici"
(Fenomeno Ottico Razionale)
a cura di Lorenzo Righetti (Presidente Team P.A.R.I. / Progetto S.E.R.P.)
Questo report nasce dalla necessità di chiarire in maniera concreta e definitiva la natura degli O.R.B.S. e per togliere ogni dubbio su tale fenomeno, mostrandovi così che non c’è alcun motivo per definirli “Anomalie Paranormali”.
Dopo lo scorso report redatto da Mauro Breme sui classici O.R.B.S. che si trovano nei normali scatti fotografici, ed aver spiegato e mostrato con prove sul campo la riproducibilià e soprattutto la razionalità di queste “sferette”, in questo documento vogliamo mostrarvi una cosa nuova di cui mai si era parlato prima e probabilmente neanche mai considerato, stiamo parlando degli “O.R.B.S. acquatici”, si avete capito bene, anche in acqua possiamo trovare questo affascinante e “misterioso” fenomeno.
Ma arriviamo subito al dunque e al motivo che ci ha portati a stendere un’ennesima relazione su questo argomento trito e ritrito di cui ormai tutti siamo stanchi di trattare ed anche solamente sentirne parlare, per quanto ormai dovrebbe essere risaputo che non ha assolutamente nulla a che vedere col “Paranormale”; ma c’è ancora chi è convinto su tale ipotesi, ma forse e dico forse, questa volta riusciremo a far traballare le convinzioni anche dei più “affezionati” alla “teoria mistica” di questo fenomeno.
Durante l’estate 2012 mi trovano al mare con amici, uno di quei giorni mi portai in spiaggia la mia fidata videocamera subacquea per fare delle riprese durante delle piccole immersioni, successivamente riguardando il video sul computer mi accorgo di scorgere delle cose a me famigliari, metto in pausa e noto delle sferette molto simili agli O.R.B.S. che si vedono nelle normali foto; decido così di approfondire la cosa estrapolando i fotogrammi dal video per osservarli meglio…
Ecco qui di seguito alcune immagini e approfondimenti su quello che io definisco “O.R.B.S. acquatico”.
Fotogramma N° 1
Fotogramma N° 2
Fotogramma N° 3
Fotogramma N° 4
Come potete notare nelle immagini di cui sopra, noterete anche voi che vi sono delle sferette simili in tutto e per tutto ai normali O.R.B.S. che avete imparato a vedere nelle vostre foto, in quelle degli amici e in quelle scovate sul web.
In questo caso non è difficile comprendere di cosa si tratti, probabilmente è anche più facile farsi un idea rispetto ai classici O.R.B.S. e qui di seguito capirete il perché…
Fotogramma N° 5
Presumo che tutti almeno una volta nella vita siano andati sott’acqua ad occhi aperti o con la maschera, magari facendo una piccola nuotata in immersione, avrete allora notato che vengono a crearsi delle bollicine d’aria intorno a voi… ecco che avete creato degli O.R.B.S., nulla di più semplice! A differenza degli O.R.B.S. d’ “aria”, dove molto raramente capita di vederli ad occhio nudo a causa dell’irrisoria dimensioni delle particelle in sospensione (il nostro occhio le può percepire solo in particolari condizioni di luce favorevole che contrasti la superficie di tali particelle e anche in base al grado di trasparenza e riflettenza di esse, nella maggior parte dei casi si tratta di polvere, ma anche goccioline di umidità, insetti tipo moscerini, aerosol, e qualsiasi altra cosa in sospensione di piccole dimensioni), nel caso degli “O.R.B.S. acquatici” ne sarete totalmente circondati a vista d’occhio.
Fotogramma N° 6
Fotogramma N° 7
Probabilmente ora vi starete chiedendo, “ma io quando sono sott’acqua non li vedo uguali come in queste immagini”, la risposta è molto semplice, le sferette che vedete in questi fotogrammi sono la visione del sensore digitale della videocamera, che in base alla vicinanza/lontananza delle bollicine d’aria rispetto all’obiettivo si vedono più grandi o più piccole, più luminose o meno luminose più a fuoco o meno a fuoco; solitamente le sfere che vedete più grandi, più luminose e più sfuocate sono quelle più vicine, si tratta di pochi centimetri dalla lente e vale anche per i classici O.R.B.S.. Il motivo della sfocatura deriva dal fatto che le videocamere e fotocamere sono normalmente impostate per mettere a fuoco in modo ottimale le cose al di sopra di 1 metro, sotto quella soglia la messa a fuoco ha un graduale degrado a seconda delle capacità delle foto/videocamere di inquadrare e definire il soggetto, ma a noi interessa la soglia solitamente sotto i 15/10 cm circa dove gli O.R.B.S. subiscono la massima “alterazione fisiologica” dovuta alla capacità di auto-focus della fotocamera in condizioni estreme, il problema è che “oggetti” così piccoli non vengono presi in considerazione perché appunto troppo minuscoli per poter essere messi a fuoco da camere tradizionali.
Fotogramma N° 8
In questa foto potete vedere un O.R.B.S. di notevoli dimensioni e con un evidente sfocatura, si presume quindi sia molto vicino alla lente/obiettivo, seppur non si può determinare con esattezza a quanti centimetri disti. Anche in questo caso, come nei classici O.R.B.S., possono assumere sfumature e tonalità dell’arcobaleno in base alla luce che riflette (naturale o artificiale) sulla loro superficie e allo sfondo in cui sono stati ripresi. Quel giorno era una mattina in pieno sole.
Fotogramma N° 9
Fotogramma N° 10
Fotogramma N° 11
Gli “O.R.B.S. acquatici” non sono solamente bollicine d’aria, ma anche granelli di sabbia che le naturali correnti d’acqua fa alzare dal suolo e anch’essi possono essere ripresi, solitamente mantengono una dimensione più contenuta ma se colpiti dalla luce del sole risultano anch’essi particolarmente brillanti, se in profondità, il flash riprenderà O.R.B.S. “luminescenti”, si tratta di granuli sabbiosi con elevata percentuale di carbonati provenienti da gusci di diversi molluschi, che nei decenni/secoli si sono frantumati e depositati sul fondo marino.
Anche le alghe in decomposizione rilasciano micro particelle fluttuanti, nella catena alimentare ittica il plancton si trova ovunque, sia sul fondo che in superficie, è dunque più che ipotizzabile che in uno scatto fotografico o in una ripresa video si possano immortalare fenomeni sferici o simil-sferici di diverse dimensioni.
Nel periodo invernale l'acqua è più cristallina per via della scarsa crescita di erbe ed alghe, gli O.R.B.S., o meglio, le particelle in sospensione, risultano così essere presenti in minima parte, e si ha una sensibile diminuzione di “anomalie” fotografiche.
Nella foto sopra potete osservare molto chiaramente 4 aloni sulla lente esterna del obiettivo della mia videocamera subacquea, pochi istanti prima era stata immersa in acqua, chiaramente si tratta di gocce d’acqua depositate appunto sul vetrino; notate una forte somiglianza con i nostri cari O.R.B.S. vero? proprio quegli O.R.B.S. troppo spesso spacciati per Extra-terrestri, Entità, Angeli ed energie di chissà quali mondi. Nulla di più falso! Il fenomeno degli O.R.B.S. (se si ha una mente aperta e una conoscenza tecnica fotografica) è tra le argomentazioni più facili da comprendere nell’ambito del “Paranormale”.
Gli O.R.B.S. sono conosciuti in ambito fotografico da circa 80 anni e sono soggetti sia in scatti a pellicola che in quelli digitali con sensori CCD/CMOS. Nella maggior parte dei casi si evidenziano con l’utilizzo di flash, le “sfere” che rientreranno nell’area di sufficiente irradiazione di luce saranno ben visibili ed identificabili, quelli al di fuori di tale area utile saranno parzialmente visibili andando così a svanire del tutto man a mano che la luce non sarà più sufficiente per far “brillare” la superficie delle particelle in sospensione. Tali particelle si possono evidenziare anche senza apparati flash, basta infatti anche la luce naturale del sole che in determinate condizioni di luce possono rimanere impressi in foto o in video; questo report sugli “O.R.B.S. acquatici” ne è un ottimo esempio, basta infatti la luce del sole proveniente dall’alto a far risaltare le particelle, altri esempi li potete invece vedere nel report di Mauro Breme con i classici O.R.B.S.
(C) Paolo Bertotti 2012 riproduzione consentita con citazione dell'autore
CONCLUSIONI :
Dopo nostre attente considerazioni, approfondimenti e Ricerche sul campo durate circa un anno, riteniamo con assoluta certezza la naturalità dell’evento, senza più alcun dubbio del caso.
Le stesse case produttrici di fotocamere hanno ammesso l’esistenza di questo fenomeno, la Fujifilm è stata la prima a parlarne appellando questo difetto “White Orbs” e facendo particolare riferimento ad un suo modello “Bridge”, dove gli O.R.B.S. venivano particolarmente evidenziati in determinate condizioni di luce riflessa, spiegando che era un problema del sensore e del firmware. Solitamente questo problema si nota maggiormente nelle fotocamere “economiche” di fascia bassa e media con sensori di piccole dimensioni, nelle foto fatte con le Reflex infatti è molto raro trovare O.R.B.S., proprio per le generose dimensioni del sensore che acquisisce le immagini e per la componentistica in generale più pregiata che minimizza i difetti fotografici.
Sotto vi mostriamo l’unione di 2 foto, quella sopra con “O.R.B.S. acquatici” e quella sotto con i classici e più comuni O.R.B.S., noterete l'uguaglianza tra le 2 tipologie.
Ci auguriamo di avervi finalmente aperto gli occhi per quanto riguarda l’argomento O.R.B.S. ed avervi così tolto ogni dubbio e curiosità.
Studio e Ricerca condotta dal Ricercatore Lorenzo Righetti
P.A.R.I. Paranormal Activity Research Investigation
Progetto S.E.R.P. Studi E Ricerche sul Paranormale