La distanza tra il dubbio e la verità
a cura di Laura Ferraioli (Associazione Consumatori Serenissima - Team P.A.R.I. / Progetto S.E.R.P.)
Se facessimo un sondaggio tra i membri del nostro Gruppo sugli acquisti effettuati tramite televendite molto probabilmente scopriremmo che sono davvero in pochi coloro i quali possono dire di non essere stati tentati almeno una volta nella vita di comperare qualcosa.
Un po’ perché la maggior parte dei venditori ha una parlantina non indifferente e riuscirebbe a piazzare gli ombrelloni da mare anche in pieno inverno, un po’ perché davanti alle telecamere sembra sempre tutto più bello e pure la ruggine se ben inquadrata potrebbe sembrare preziosa e un po’ perché i prezzi sono spesso apparentemente stracciati, a fine giornata chissà quanti e quali guadagni si riescono a portare a casa.
Prova ne è che il giorno dopo, se si riaccende il televisore, tra anelli di fidanzamento, tappeti, aspirapolvere, materassi e frullatori non vi è che l’imbarazzo della scelta…
Ma se nello stesso sondaggio inserissimo la domanda: “hai mai acquistato nel corso di una televendita un amuleto, una pozione magica o un filtro per levare il malocchio o conquistare il cuore della persona amata?”.
Cosa ci rispondereste?
Francamente se qualcuno dicesse di averlo fatto passerei immediatamente alla domanda successiva ovvero: “gli oggetti acquistati hanno funzionato?”.
Perché alla fine il problema è sempre lo stesso: riuscire a dimostrare tramite prove certe, inconfutabili o incontrovertibili (lasciamo ognuno libero di scegliersi il termine ritenuto più appropriato) che esistono oggetti dotati di poteri magici o sui quali si può comunque fare una sorta di incantesimo affinché anche un banalissimo sassolino assuma le proprietà di un portento.
E nel farlo bisogna riuscire a dimostrare che la casualità o la fortuna non ci abbiano messo di mezzo lo zampino per cui se le cose son cambiate in meglio non è stato perché così era destino che andasse ma perché ci siamo bevuti il bibitone preparato ad hoc dalle sapienti mani del Mago e ci siamo appesi al collo questa o quella gemma intagliata a mano.
Insomma, per dirla in altri termini, la distanza tra il dubbio e la verità quando si affrontano simili “dilemmi” appare tutt’altro che breve!
Tenuto poi conto che secondo quanto riportato nelle prime due righe dell’Art. 29 del “Codice del consumo” (Titolo IV Particolari modalità della comunicazione pubblicitaria - Capo I Rafforzamento della tutela del consumatore in materia di televendite) in merito alle “Prescrizioni”: “1. Le televendite devono evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità o della paura, non devono contenere scene di violenza fisica o morale o tali da offendere il gusto e la sensibilità dei consumatori per indecenza, volgarità o ripugnanza”, non ci resta che invitare chi ci segue a prestare la massima attenzione a ciò che si prenota e ovviamente si paga alla consegna.
Perché come recita un famoso detto: “non è tutto oro quel che luccica”.