Spettacolo o realtà? Recita o verità?

a cura di Laura Ferraioli (Associazione Consumatori Serenissima - Team P.A.R.I. / Progetto S.E.R.P.) 

Vi è mai capitato di vedere in televisione persone che, una volta presentate in studio con il titolo di “Sensitivi”, poi cominciano a guardare tra il pubblico sostenendo di vedere accanto a uno o più spettatori le anime dei defunti? A me sì e la scena alla quale ho assistito m’è parsa a dir poco discutibile. Sia perché quando non si sa se la persona chiamata in causa è emotivamente sensibile o facilmente impressionabile bisognerebbe evitare di far discorsi che potrebbero farla star male oltre che psicologicamente anche fisicamente, sia perché il nulla ammantato di nulla resta sempre e solo nulla!

Cosa intendo dire?

Riferire a una persona di mezza età che le si vede accanto uno spirito “familiare” che gli vuol bene è quanto di più ovvio, prevedibile e scontato si possa fare.

Chi, dopo aver vissuto poco meno o poco più di cinquantanni, può raccontare di non aver mai pianto la scomparsa di una persona cara? Nonni, genitori, fratelli, amici…, le probabilità di aver perso qualcuno quando non si è per così dire dei giovinetti se non rasentano il 100% ci vanno di sicuro assai vicino. E ancora: incoraggiare il prescelto a superare un momento difficile sostenendo di sapere cosa stia passando e cosa gli sia successo nel privato non dimostra che si sa leggere l’altrui mente o si è riusciti a scambiare quattro chiacchiere in velocità con lo spirito appena conosciuto ma semplicemente aver dedotto che, chi si ha davanti, non può non avere almeno uno straccio di problema che lo affligga visto che, anche in questo caso, le probabilità che esista qualcuno senza una rogna che sia una sono vicine se non pari allo 0%.

Se a ciò si aggiunge che chi non ha particolare familiarità con le telecamere al pensiero di essere inquadrato, ovvero di ritrovarsi nel ruolo di protagonista laddove fino a un istante prima era un semplice spettatore, resta spesso annichilito per la vergogna e dunque incapace di rispondere a tono per confermare o smentire quanto udito, il resto vien da sé.

Ciò che è presumibile viene percepito come miracoloso così come ciò che non viene prontamente smentito viene considerato vero.

E poiché in taluni contesti a poco valgono le prese di distanza degli scettici e ancor meno il richiamo alla Scienza e alle sue regole, non rimane che sperare di far comprendere a quante più persone possibili che da chi dichiara di vedere fonti di energia, angeli, spiriti o spettri che dir si voglia, riuscendo finanche a distinguerne i lineamenti, il sesso e l’età, tutto ci si aspetterebbe fuorché una serie ininterrotta di ovvietà utili solo a dimostrare che, quando si utilizzano contemporaneamente spirito di osservazione, logica e deduzione, qualcosa da dire la si trova sempre. E’ pertanto lo spettatore il solo a poter decidere se ciò cui ha assistito altro non era che una rappresentazione teatrale (uno spettacolo... per l’appunto!) o la prova e la dimostrazione di doti che i poteri cosiddetti “Paranormali” esistono davvero. A noi non resta che continuare con le nostre analisi e le nostre ricerche certi come siamo che tra lo spettacolo e la realtà intercorra la medesima distanza che vi è tra la recita e la verità!

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