Il Paranormale può essere studiato a prescindere dalle prove?

a cura di Laura Ferraioli (Associazione Consumatori Serenissima - Team P.A.R.I. / Progetto S.E.R.P.)

Nelle discussioni postate sul Gruppo pubblico Facebook del Progetto S.E.R.P. alcuni dei nostri iscritti raccontano spesso le proprie esperienze di tipo “Paranormale” riferendoci episodi davvero incredibili.
Personalmente ho sempre letto con grande attenzione ogni racconto poiché, per natura, sono portata a dar fiducia a chi parla, riconoscendo a ogni mio interlocutore la dovuta buonafede.
E del resto come si può non rimanere colpiti da chi sostiene di avvertire una presenza al proprio fianco, da coloro che si dicono certi d'avere il "Dono" di vedere le anime dei defunti, di predire il futuro in sogno o di piegare oggetti di metallo e dunque di saper dominare la materia con la sola forza della mente?

Molti di noi (ammettiamolo senza vergonga!) sognano di poter scoprire un giorno d'essere delle persone per così dire “speciali” tanto quanto molti di noi temono la morte e vorrebbe una prova, sia anch'essa minima, che non tutto termina e non tutto ha fine. Ne consegue in alcuni il tentativo più o meno inconscio di protocollare tutto ciò che accade e non sembra avere una spiegazione razionale sotto la voce “Paranormale e affini”, nonché il desiderio di confrontare ciò che si è visto o sentito con quanto visto o sentito da altri nella speranza di trarne una conferma e dunque la dimostrazione che non si è prigionieri di un sogno o di un'allucinazione.

Per dirla in breve: paradossalmente è la paura dell'ignoto che ci spinge a credere nell'esistenza dell'ignoto stesso!

E' umano e comprensibile e non spetta certo a noi giudicare se sia giusto o sbagliato.

Il problema semmai sorge, com'è appunto sorto in alcuni dei post sui quali abbiamo perso il conto della scia di commenti inseriti, nel momento in cui noi del P.A.R.I. ci appelliamo puntualmente alla necessità di avere una qualsivoglia “prova”, ritenendola fondamentale ai fini di una Ricerca che voglia dirsi attendibile e ben condotta.

La nostra richiesta di ottenere dei riscontri tangibili o quanto meno oggettivi sui quali poter basare indagini e analisi, in talune occasioni, è stata infatti interpretata come una mancanza di fiducia, se non addirittura di rispetto, nei confronti di chi ci aveva scritto per renderci compartecipi di quanto capitato.
A nulla sono valsi i tentativi della sottoscritta e di altri membri del P.A.R.I. di motivare il perché sia per noi fondamentale poterci muovere in presenza di un qualcosa che sia più di un semplice racconto verbale, per quanto dettagliato e puntiglioso. 

Il malumore ha finito con il prevalere rendendo sterile e vana ogni discussione.

Per tale motivo ritengo doveroso approfittare di questo spazio per approfondire quello che non vuol certo essere un mero richiamo al tanto citato Regolamento del Gruppo S.E.R.P. ma il presupposto fondamentale del nostro esistere in quanto team di indagine: chiedervi delle prove non è un atto di sfiducia ma il solo modo per poter raccogliere degli elementi reali e concreti dai quali poter partire per impostare una Ricerca sul campo degna di tale nome.

Se così non facessimo, allora sì che vi mancheremmo di rispetto!
Perché la nostra mission non è quella di intrattenervi con aneddoti o profezie degne di un colossal
cinematografico né tanto meno di negare che ciò che ritenete vero non lo sia a priori o a prescindere…
Vestire i panni di “Ricercatori” vuol dire per l'appunto “mettersi alla ricerca di...”.
E nel fare Ricerca si deve prendere ciò che si trova, lo si deve studiare, analizzare, classificare e conservare a dimostrazione di quanto scoperto. Non sarà molto romantico e mi rendo conto che la maggior parte degli eventi a cui non sappiamo dare una spiegazione logica avvengono a telecamere e registratori spenti ma se mai riusciremo a procurarci delle prove mai potremo dire di aver raggiunto delle certezze.

Le pagine che vorremmo scrivere sono ancora tutte da riempire: ci serve un buon inchiostro che non
sbiadisca con lo scorrere del tempo: ci servono delle “prove” che lo rendano indelebile!

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